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venerdì 4 settembre 2015

3° Cap. - "Scorfano, il graffitaro" - Da "Le proiezioni nella stanza 5" di Tiziano Consani




III Capitolo

INIZIO PRIMAVERA 2012


Già dalla primavera scorsa, l'afflusso di turisti dai paesi comunitari verso i numerosi Bed & Brekfast e gli agriturismi locali si era sensibilmente ridotto a causa della sempre più incalzante crisi economica. La maggior parte delle auto che, giornalmente, negli anni passati, circolavano in numero elevato sulle strette strade che da Calci portavano sul Monte Serra avevano targa tedesca, olandese e norvegese ed erano tutte di fascia medio alta. Ma quest'anno, quei mezzi di trasporto, si contavano sulle dita di una sola mano. Cristian, però, aveva notato che i locali adibiti a B&B della della zona erano abbastanza affollati e che, in effetti, altri mezzi circolavano nella zona in abbondanza: auto non di primo grido, anche un po' scassate e tutte con targa dell'estremo est europeo. All'interno non famiglie ma soli uomini: operai in cerca di lavoro. Almeno così lasciavano intendere. Gli agriturismi "Cecchetto" e "Belvedere" di San Bernardo erano al completo e il B&B, a Tre Colli, davanti al ristorante "Il Conventino", idem. Gli altri locali situati sulla parte più pianeggiate della Valgraziosa erano meno richiesti ma comunque non vuoti. Secondo gli operatori locali le richieste di soggiorno privilegiavano ambienti dove la vista sul mare fosse facilmente raggiungibile: meglio se si poteva osservare dalla finestra, ma andava bene anche se occorreva fare qualche centinaio di metri a piedi per poter ammirare il panorama. 
Cristian aveva girovagato in quelle zone per quasi tutto il periodo primaverile per il solo scopo che le pareti esterne di quegli immobili si sarebbero prestati bene per qualcuno dei suoi graffiti. Ovviamente era stato anche tenuto sotto controllo dai rispettivi proprietari perché non si azzardasse a dipingere alcunché sulle pareti esterne dei loro centri di soggiorno.

Nel frattempo che Cristian pensava, osservava e deduceva che quella richiesta di vista sul mare era notevolmente insolita e fuori da un contesto turistico familiare. Tutti quei probabili operai: mangiavano, bevevano super alcolici, fumavano come ciminiere sigarette e sigari pregiati, parlavano volentieri con lui, dicevano di stare cercando lavoro ma, in effetti, facevano tutto il giorno avanti e indietro con le loro auto senza fare assolutamente niente che potesse anche lontanamente assomigliare al lavorare di operai.
Certamente i loro mezzi di trasporto non erano di lusso, ma erano tutte auto a benzina e quest'ultima costava quasi due euro al litro. Arrivavano, parlavano fra loro nella loro lingua al cellulare, andavano mezz'ora in camera e poi riscendevano e ripartivano con l'auto. Dopo un paio di ore ritornavano e avanti e indietro con questa storia, tutto il giorno, notte compresa, fra bevute di vino, grappa, vodka e brandy di qualità eccellenti. Si tenevano svegli bevendo litri di caffè. 
Una volta Cristian, dopo una delle sue spedizioni fra San Bernardo e Belvedere, mosso dalla curiosità di vederci più chiaro, aveva chiesto a uno di loro un passaggio fino al capolinea del pullman, a Tiricella di Tre Colli. Il turista, per dare ad esso una definizione, era un certo Igor, che fu entusiasta di dargli quello strappo. Durante il breve percorso, il personaggio, in perfetto italiano, tempestò Cristian di domande che avevano sempre come oggetto la base N.A.T.O. , U.S.A., di Camp Derby.
Il ragazzo drizzò le orecchie senza farsene dare a vedere e rispose di non sapere niente sulla base e aggiunse, ed era vero, che, lui, nell'interno di Camp Derby non c'era mai stato. Disse anche che non gli sarebbe dispiaciuto poterci entrare per dipingere su qualche parete di quei casottini, tutti lisci e di uguale dimensione. Quest'ultimi si notavano dalla strada provinciale esterna che, dalla pineta di Tombolo, porta a San Piero a Grado, prima di raggiungere la rotatoria che sulla sinistra convoglia gli automobilisti sulla via Pisorno, fino a Tirrenia.
Igor sorrise lievemente sotto i suoi baffoni stiposi e aggiunse sottovoce, nella sua lingua madre, qualcosa che Cristian non poté comprendere. L'auto intanto era arrivata alla fermata richiesta dal ragazzo. Il conducente fermò il mezzo e Cristian scese. Nello scendere dalla vettura, Cristian si girò di novanta gradi e, compiendo tale azione, sbirciò il contenuto della borsa aperta che era sul sedile posteriore. Essa conteneva un tablet Apple di ultima generazione.
Da Tiricella, a piedi, il ragazzo imboccò la strada comunale principale passando dalla Curvaccia. Si fermò alla fonte posta in località "L'Italia", bevve abbondantemente dalla polla fresca, si sedette sul muretto adiacente appoggiando le spalle al masso di pietra verrucana e meditò a lungo sul fatto che tutti gli stranieri, extracomunitari, presenti in zona, possedessero cellulari evoluti e tablets di ultima generazione e per niente economici.
Alcune volte, quando i presupposti operai si assentavano, era riuscito a sbirciare dalle finestre delle camere situate ai piani terra, l'interno delle stanze e aveva notato: server informatici e portatili professionali. Tutte cose che lui non poteva minimamente permettersi. Per portare avanti i suoi studi liceali, riusciva a malapena a connettersi a Internet, grazie ad una antiquata e lenta chiavetta USB mobile e con un vecchio PC fisso al quale aveva sostituito l'ormai obsoleto sistema operativo XP con un Ubuntu di ultima generazione, veloce e, per giunta, totalmente gratuito. La crisi economica, nella sua famiglia, si era fatta sentire profondamente e per acquistare i colori per le sue opere e poter coltivare la sua passione, era dovuto diventare esperto in collette di vario tipo. Aveva imparato perfino a fare torte che poi andava a vendere per le case del paese. Sempre stando seduto nello stesso posto, dove, vicino alla fontana in prossimità della quale, nell'impossibilità di poter essere controllata igienicamente, l'azienda responsabile dell'acquedotto aveva posto una targa con la scritta "acqua non potabile" e che, però, nessun abitante del posto, Cristian compreso, avrebbe mai preso, seriamente, in considerazione,  il giovane convenne che sotto la storia del "lavoro" ci fosse qualche trama occulta. Avrebbe anche voluto parlarne con qualcuno ma ritenne che le sue fantasie sarebbero potute diventare, per lui, ulteriore oggetto di scherno da parte dei suoi compaesani. Prese i suoi libri dallo zaino che si portava appresso e cominciò a prepararsi per il compito di matematica del giorno dopo: la materia in questione non era il suo forte e per riuscire a raggiungere il suo solito buon livello era necessario che lui stesse all'aria aperta e appoggiato a un masso di verrucano, dove l'ossigenazione delle meningi e il contatto delle sue spalle con la durissima pietra di Verruca, tipica del territorio calcesano, gli aprivano bene la mente per potersi districare brillantemente in seni, coseni, tangenti, logaritmi e integrali. Per le materie umanistiche e la storia dell'arte non doveva neppure studiarle: ce l'aveva dentro, bastava un accenno ed era come gli si aprisse un libro invisibile davanti agli occhi e lui ci leggesse sopra. Tale predisposizione gli illuminava l'esistenza e ogni volta, una nuova e pensata opera muraria si aggiungeva all'interminabile riserva di graffiti che la sua memoria accumulava brillantemente come una sorta di cassetto senza fondo che possa ospitare un numero incredibile di cartelle appositamente catalogate e pronte per essere utilizzate al momento opportuno. Ogni tanto si assentava dallo studio e i suoi pensieri si rivolgevano a Silvia, la sua bella compagna di classe, al modo opportuno che avrebbe voluto fosse necessario per poter farsi degnare, da lei, anche solo di uno sguardo e, perché no? Anche di un sorriso.

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Autore: © Tiziano Consani
Tutti i diritti sono riservati

Questo racconto, in SETTE capitoli,  è offerto il lettura gratuita da:
  


Il racconto è frutto della mia fantasia. I personaggi che lo animano,  i loro nomi, i soprannomi e i fatti accaduti, sono tutti inventati, mentre i luoghi pubblici e quelli geografici sono reali. Come reali sono gli artisti, celebri, citati e le loro opere.  Tutti i diritti sono riservati. 

La produzione è sempre quella della "Stanza n. 5" ...