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mercoledì 13 luglio 2016

Eppure... son nato mezzadro.



Mi sento 'n leone! Utimamente, doppo cinquanta'uattranni, hó capito 'ome funziona 'r mondo! E' gira da sé! Un gran carcionculo(*1) che gira sempre 'n su sé stesso! Evvaiii!!! Son fruido 'ome l'acqua che vien giù dar vallino(*2). Brutto di fòri ma bello di drento!

(*1): giostra del lunapark

(*2): torrente di montagna


Nato mezzadro, ho combattuto per anni cercando la possibilità di migliorare la mia posizione economica e sociale. Ogni volta che ho quasi raggiunto un traguardo per me e per la mia famiglia, la meta si è  sempre allontanata repentinamente. Dopo l'ultimo intervento chirurgico di quasi un anno fa mi sono arreso.  Vivo alla giornata, non faccio programmi, seguendo ogni giorno l'andamento del fiume che scorre.  Come è accaduto stamani, non mi meraviglio più. Sono partito per fare una cosa e, invece, ne ho dovuto fare molte altre, a eccezione di quella che avrei voluto fare. Quando quasi a mezzogiorno stavo per fare quella cosa e l'avrei fatta veramente, ho bucato una gomma dell'auto... E anche stamani l'appuntamento è saltato. Incredibile: dalle 8,30 alle 13,00 non c'è stata alcuna possibilità! Ma non mi ci arrabbio più. Se un giorno potrò, scriverò e racconterò questi buffi eventi. Tutto sommato, nella loro, talvolta piccola o talvolta grande, tragicità, sono anche divertenti. Se a questo punto emergerò significherà che era necessario arrivare al punto di apprendere tutto questo. Sennò vuol dire che devo rimanere così. Con le scarpe e i vestiti di seconda o terza mano, l'auto scassata, tanti debiti diluiti nel tempo, gli indurimenti muscolari delle mie zone dell'addome tagliate dal bisturi e ricucite, insieme a  tutti gli eventi accaduti: incomprensibili alla mia piccola mente. L'esito finale locale risulta essere sempre una mezza soluzione. Come la "mezzadria".  Non si è né padroni e né servi, né sani e né malati, né pesce e né carne: solo una via di mezzo con poco senso e poca sostanza ma dentro un immenso contenitore dove tutte le cose di questo mondo terreno diventano infinitesime di fronte alla grandezza dell'umiltà e del sentimento umano, quello vero, quello sincero che non chiede niente in cambio. Oggi sono felice e lo sarò anche domani, dopodomani e, credo, sempre. Mi ci sono voluti quasi cinquantaquattro anni per capirlo... Meglio tardi che mai! Eppure, non per niente, son nato mezzadro. Ma gli eventi si comprendono con fatica e solo dopo averli vissuti per lungo tempo. Solo così il nocciolo della questione, penetrando a fondo nella carne lacerata, attraverso il dolore, riesce ad avviare quel processo che purifica la nostra breve esistenza terrena. Il punto di arrivo, come sosteneva il grande Pirandello, è quello di girare verso la chiusura la chiave della ragione e aprire quella della pazzia sottile. Quella pazzia che ci aiuta a separarci dal calcolo razionale e dall'esigenza di programmare il nostro futuro, avvicinandoci alla libertà di vivere veramente e di essere felici. Quel tenue filo di sana spensieratezza che non ci fa essere ereditieri del grande "tritatutto".


TC